Stazione Capitini - Elementi di un’esperienza per la pace

Note di drammaturgia

Mancano solo pochi chilometri e Marco e Chiara saranno ad Assisi. Camminano da ore, ma non hanno perso quel contagioso entusiasmo che li ha portati, per la prima volta, alla Marcia per la Pace. Chiara è innamorata di un ideale, accanita lettrice di giornali, sente sulla propria pelle le sofferenze di chi vive in zone di guerra o di chi è costretto a fuggire dal proprio paese. Marco è innamorato di Chiara. Non si è mai posto certe domande, e scopre adesso il valore della nonviolenza. Certo non ha mai sentito parlare di Aldo Capitini, e non può sapere che fu lui a fondare la Marcia della per la Pace. Era il 1961, in piena Guerra Fredda, e la sua proposta spaccò l’Italia e il mondo intero.

È questa la cornice di Stazione Capitini, un lavoro a quadri che ci riporterà negli anni del Fascismo, quando Capitini viene prima cacciato  dalla Scuola Normale di Pisa perché si rifiutava di prendere la tessera del partito, per poi essere incarcerato con l’accusa di cospirare contro Mussolini. Ad arrestarlo, un questore e una guardia, apparentemente surreali, ma molto vicini a chi in quegli anni si trovò nell’imbarazzo di irrompere nella vita di chi incarnava il movimento pacifista.

Personaggi storici e di fantasia a cui danno voce Marco e Chiara, mentre procede la loro storia. Camminando verso Assisi, si trovano a riflettere sul conflitto in Ucraina e sulla nonviolenza di Capitini: “una guerra giusta” – diceva lui - è “sempre una bestemmia”, e i due ragazzi finiranno per scontrarsi duramente su questi valori. Valori, che, ad oltre sessant’anni dalla Prima marcia, continuano a spaccare, violentemente, il mondo Occidentale.

Gherardo Vitali Rosati

 

Aldo Capitini (Perugia, 23 dicembre 1899 – Perugia, 19 ottobre 1968) è stato un filosofo, politico, antifascista, poeta ed educatore italiano. Fu tra i primi in Italia a cogliere e teorizzare il pensiero nonviolento, al punto di essere appellato come il Gandhi italiano. È stato l’ideatore della marcia per la pace Perugia-Assisi.

Capitini scrive Elementi di un’esperienza religiosa durante il Fascismo nel 1937; quello che scrive è un breviario di educazione antifascista per i giovani, con tutto quello che comporta. Il suo obiettivo – attualissimo – che oggi diventa il mio, è quello di instillare una consapevolezza della nonviolenza come risoluzione ai conflitti. Questo atteggiamento verso la vita – il fascismo – questa predisposizione ad accogliere una dittatura, è un rischio concreto della nostra società, laddove prevalgono l’ignoranza, la paura, la mancanza di ascolto e di apertura verso l’altro, il diverso, lo straniero. Il mio obiettivo come artista, è rimettere in circolazione il pensiero capitiniano in tutte le sue formulazioni: nonviolenza, noncollaborazione, compresenza, potere di tutti, liberalsocialismo. Oggi, come non mai, il pensiero di Capitini si fa attuale, necessario. Il suo sforzo è quello di prospettare una società altra, fondata su valori di solidarietà e di una concezione aperta della religione, come luogo dell’accoglienza e non dell’esclusione. Capitini aveva creato a Perugia i Centri di Orientamento Sociale; erano degli incontri settimanali aperti a tutte le classi ed estrazioni sociali. In questi incontri Capitini portava alla luce i problemi contingenti, a livello politico, sociale, religioso, e si confrontava in modo aperto con chiunque. Ecco, lo spettacolo che immagino è una  simulazione ideale di questi incontri, in cui la condivisione diventa un valore.

L’obiettivo progettuale è quello di creare un canale di confronto aperto – soprattutto per i giovani di oggi, che magari si identificano in un atteggiamento verso la vita qualunquista e privo di valori di solidarietà – in cui, attraverso una forma di spettacolo non pedante, possano rimettere in discussione il loro essere nel mondo a favore di una coscienza critica e di un essere solidale, con il rifiuto categorico della violenza come atteggiamento per la risoluzione dei conflitti.

Sandro  Mabellini

 

 

Produzione
Bottegart
Regia Sandro Mabellini

testo Gherardo Vitali Rosati
interpretazione Stefano Baffetti, Flavia Gramaccioni, Matteo Svolacchia
musiche originali Paolo Benvegnù
scene Skizzo_Francesco Marchetti
assistente volontaria Francesca Caprai
si ringrazia la residenza artistica C.U.R.A. (Micro Teatro Terra Marique, Spazio MAI)