Fandonia

liberamente tratto dall’opera "Gelsomino nel paese dei bugiardi" di Gianni Rodari.

Fandònia s. f. [etimo incerto]. – Favola, frottola, cosa non vera raccontata di solito per vantarsi o per burlare, e facilmente riconoscibile per quello che è. O, semplicemente, bugia.

Uno spettacolo ironico, grottesco, che a tratti offre importanti spunti di riflessione.
Un testo brillante che racconta le vicende di un paese in cui tutte le leggi - anche quelle della natura - sono rovesciate.
Un paese in cui la verità è il più grave dei crimini.
«In quale mondo dimori nel mio o nel tuo? Questi mondi come possono coesistere? Come possiamo far si che le nostre anime si sfiorino se non ci apriamo davvero all’altro? Come posso salvarti dalla solitudine della falsità?»
Bakak, un vecchio clochard, ha volto umano e molte storie da raccontare.
Bakak non si stanca mai di mentire.
Pur di farlo è arrivato ad ingannare pure il tempo.
Per questo racconta storie. Da mattino a sera. Da sera a mattino, lui non si ferma mai.
Parla di un mondo lontano dove un Re di nome Giacomone ha preso il controllo di un isola, il Regno di Fandonia, imponendo la legge della bugia. Così gli abitanti diventano forme scure, strane maschere si aggirano e misteriose figure danno vita alle sue storie.
Perché racconta queste storie e a chi?
Bakak attende l’arrivo di sua figlia. Vuole vederla un’ultima volta. Le ha inviato una lettera chiedendole di raggiungerlo, ma il tempo, anche se ingannato, trascorre inesorabile.
Ogni notte, Bakak racconta. Ogni notte il mondo di Fandonia prende vita e ci racconta un frammento della vita del clochard.
Col passare del tempo non c’è più limite tra realtà e finzione. Il confine è ormai troppo sottile. Resta, davanti a noi, un uomo solo, coi suoi pupazzi a raccontarci le sue storie.
A noi il compito di crederci o meno.
«Scatole vuote , scatole da colmare , scatole che un segreto vogliono raccontare. Un girotondo di storie e ricordi. Pupazzi parlanti o sogni deliranti? Un viaggio a ritroso nel tempo ci farà fare l'uomo con la faccia da maiale... Chi è stato chi è e chi sarà solo chi resta lo scoprirà. Quello che noi possiamo fare è restare qui senza pregiudizi ne vanità , ascoltando in silenzio le storie che raccontarci vorrà».

"La potenza della verità.
Qualcosa che mi porto dentro dall'infanzia.
La verità ad ogni costo.
Da sempre per me la parola verità è sinonimo di giustizia.
La bugia sua nemesi è antitesi; il più grande dei tradimenti, la peggiore delle ingiustizie.
Gli stessi rapporti fra persone sono messi in pericolo dalla menzogna.
Se non c’è fiducia su quali basi possiamo relazionarci?
La parola non ha più significato quando la fandonia ha preso il sopravvento.
Ispirandomi al mondo Rodariano di Gelsomino nel paese dei bugiardi ho cercato di creare un mondo fatto solo di menzogna.
Un mondo dove le mie peggiori paure vivono in libertà, donando loro l’aspetto di maschere inquietanti e simboliche.
Feticci che portano in seno frammenti di falsità.
Per questo ho scelto di caratterizzare l'aspetto immaginifico, degli abitanti di Fandonia attraverso l'uso della maschera.
" (Erica Morici - regista)

dai 9 anni
durata 45'

con Andrea Giansiracusa, Andrea Volpi e Ingrid Monacelli ​
drammaturgia Erica Morici ​
maschere Federico Formicola
musiche originali Andrea Giansiracusa